La Francia annuncia il proprio ritiro dal Niger, mentre il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin archivia il suo tour africano. L’annuncio del ritiro di ambasciatore e Forze armate dal Niger, dato nei giorni scorsi dal presidente transalpino Emmanuel Macron, è l’ennesimo smacco africano per la Francia.
Parigi deve fare i conti con il proprio isolamento, mentre Stati europei, Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e Stati Uniti hanno sposato una linea più conciliante con la giunta militare che si è imposta in Niger. Lloyd Austin ha accennato al Paese durante la tappa keniota del suo tour africano per assicurare che la presenza delle Forze armate Usa non ha subìto modifiche rilevanti dopo i fatti di luglio.
Le dichiarazioni del capo del Pentagono si sono comunque concentrate sull’accordo di cooperazione firmato a Nairobi per saldare ulteriormente il Kenya alla sfera d’influenza statunitense. Risultato non scontato, visti i generosi finanziamenti della Repubblica Popolare Cinese al paese equatoriale.
Con questa intesa, Washington s’impegna anche a supportare (con soldi e logistica) le Forze armate di Nairobi in vista del loro possibile dispiegamento ad Haiti. Non meno rilevante la tappa in Angola, dove la Casa Bianca punta a sottrarre un cliente a Mosca e Pechino e a consolidare la propria presenza nell’ex colonia portoghese.