Nelle ultime settimane la Germania guidata da Olaf Scholz ha assunto una posizione estremamente cauta con Mosca. Un atteggiamento che ha indispettito gli Stati Uniti e causato una dura reazione della Polonia, dei Paesi baltici e della stessa Ucraina, che hanno cominciato ad accusare Berlino di essere un partner inaffidabile.
Ma se si vogliono capire le ragioni della prudenza tedesca nei confronti di Mosca, e le enormi contraddizioni su dossier cruciali come la vendita delle armi all’Ucraina o Nordstream 2, non basta addurre il tradizionale pacifismo dei Verdi o la lunga tradizione di dialogo con Mosca della Spd del cancelliere Scholz.
Insieme all’Italia, la Germania è il paese che dipende di più dal metano che arriva dalla Siberia: in attesa di irrobustire le fonti rinnovabili, avrà ancora bisogno del gas per molti anni.
E Berlino può contare sul fatto che l’Eurozona creata a Maastricht premia il mercantilismo tedesco, anche se la sostenibilità della moneta unica implica una redistribuzione del surplus a favore delle cicale. Il cancelliere Scholz, tuttavia, non sembra per ora intenzionato a rompere l’impasse.