Sono venti i paesi attraverso i quali la Russia riesce ad aggirare le sanzioni imposte dai paesi occidentali dall’inizio della guerra. Fra questi Turchia, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, e Kazakistan.
Ora da un esame incrociato dei dati degli scambi dall’Italia alla Turchia e dalla Turchia verso la Russia – spiega Federico Fubini sul Corriere della Sera - emerge che su questa rotta hanno luogo triangolazioni massicce volte ad aggirare le sanzioni.
La Turchia è il paese verso il quale a giugno scorso l’Italia registra di gran lunga il maggiore aumento dell’export: più 87% su base annuale. Tanto più sorprendente è questo boom perché nell’ultimo anno la lira turca ha quasi dimezzato il proprio valore sull’euro, rendendo l’import dall’Italia molto più costoso per le imprese locali, puntualizza Fubini.
Come si spiega tutto ciò? Fra febbraio e giugno di quest’anno l’export turco verso la Russia è esploso, con una crescita di circa 400 milioni di dollari al mese. Un dato che stride con l’evidenza empirica rilevata in altri paesi che non hanno dato il loro ok alle sanzioni contro la Federazione (come la Cina): Stati che ora esportano meno verso la Russia.
Invece i flussi commerciali da Ankara a Mosca non sono mai stati così robusti, così come non sono mai stati così forti quelli dall’Italia alla Turchia. E qui sembra chiudersi il cerchio. Ma si tratta di indizi, non di prove vere e proprie. Anche perché usare la Turchia come piattaforma per aggirare le sanzioni, significa aprire illegalmente il mercato russo.