Risale la tensione Usa-Cina, tra moniti contrapposti sulla guerra russa in Ucraina e le “provocazioni militari” cinesi contro Taiwan. Poche ore prima di essere ricevuto alla Casa Bianca insieme ai vertici militari, il capo del Pentagono Lloyd Austin ha telefonato al ministro della Difesa cinese Wei Fengh per la prima volta dall’inizio dell’amministrazione Biden, rompendo un vuoto di comunicazione che Washington vedeva con crescente preoccupazione a causa dell’alleanza tra Pechino e Mosca sullo sfondo della guerra in Ucraina.
La Cina ha ribadito agli Stati Uniti un concetto basilare per Pechino, cioè quello di “astenersi dall’utilizzare la questione ucraina per diffamare e incastrare o esercitare pressioni su Pechino attraverso le minacce”, respingendo qualsiasi accostamento tra Kiev e Taiwan, l’isola che rappresenta la vera linea rossa dei rapporti bilaterali. Pechino la considera parte “inalienabile” del suo territorio da riunificare anche con l’uso della forza, se necessario.
Il monito arriva dopo che Pechino ha assicurato che aumenterà il “coordinamento strategico” con Mosca – ribadendo quindi “l’amicizia senza confini” suggellata da Vladimir Putin e Xi Jinping ai Giochi invernali cinesi – e ha siglato un accordo di sicurezza con le isole Salomone, potenziale preludio di una base militare del Dragone nell’arcipelago a nord-ovest dell’Australia: un’intesa che sembra una risposta ad Aukus (la Nato del Pacifico di Usa, Gran Bretagna e Australia per contenere la Cina) e che potrebbe minacciare l’equilibrio di potere in una regione cruciale per i traffici marittimi.