L’Ecuador occupa da tre anni il 101esimo posto (su 180 Stati) tra i Paesi più corrotti al mondo secondo le stime di Transparency international e la sua posizione geografica incentiva la criminalità organizzata transnazionale a sfruttare lo Stato dell’America Latina come punto di trasbordo della droga e rifugio logistico.
Una miscela alla quale si aggiungono altri ingredienti: alti livelli di violenza e un sistema penitenziario colabrodo. Un quadro in cui non sorprende l’omicidio di un politico. Il riferimento è all’uccisione avvenuta nei giorni scorsi del candidato alle presidenziali Fernando Villavicencio appena dopo aver terminato un comizio, la cui responsabilità sembrano portare la firma del gruppo che fa capo a ‘Fito’, che nel recente passato lo avrebbe minacciato.
José Adolfo Macías Villamar, detto appunto ‘Fito’, è un criminale arrestato nel 2011, che ha da allora gestito le attività illegali dal carcere. Esperto di riciclaggio di denaro, è stato accusato di ripulire i proventi del traffico di cocaina del più grande trafficante di droga dell’Ecuador, Washington Prado Alava (detto ‘Gerald’), e di supervisionare le spedizioni di droga.
Tutto questo ha svelato la portata dell’impero del narcotraffico di ‘Gerald’, che avrebbe movimentato un totale di circa 250 tonnellate di cocaina attraverso l’Ecuador e l’estero. È stato arrestato nell’aprile 2017 in Colombia ed estradato negli Stati Uniti nel 2018, dove attualmente sta scontando una condanna a 19 anni di carcere.
Il panorama criminale transnazionale dell’Ecuador è dominato principalmente da gruppi criminali, guerriglieri colombiani e cartelli messicani. Chi si oppone allo strapotere della criminalità organizzata muore. È capitato a Villavicencio a qualche settimana di distanza dall’assassinio del sindaco della città costiera di Manta. Un altro politico locale è stato ucciso a febbraio a Puerto López. Il problema non riguarda evidentemente soltanto l’Ecuador: è una metastasi che coinvolge il 13 per cento della popolazione in America Latina, costretta a vivere in zone controllate dalla criminalità organizzata.