"L'ascesa dell'America Latina". "The Economist" titolava così l'11 settembre 2010. In quell’anno sembrava che la macroregione fosse destinata a un periodo di alta crescita economica. E non c'era da stupirsi, visto che gli alti prezzi delle materie prime avevano permesso alla maggior parte dei paesi centro e sudamericani di espandere i programmi sociali e ridurre in modo significativo la povertà e la disuguaglianza.
Ma quei giorni sono ormai lontani. Oggi l'America Latina è a un bivio. Il Pil ha rallentato e il progresso sociale nell'area è a rischio. Per evitare questo preoccupante scenario, ci sarebbe urgente bisogno di aumentare gli investimenti in infrastrutture, tecnologia e capitale umano.
Il Fondo Monetario Internazionale prevede che l'America Latina cresca a un tasso medio annuo di appena il 2,5% nei prossimi cinque anni, diventando così la regione a crescita più lenta nei paesi emergenti e in via di sviluppo. E 2,5% significherebbe anche la metà del ritmo di crescita rilevato nei cinque anni precedenti la crisi finanziaria globale del 2008.
La mancanza di investimenti riguarda non solo le infrastrutture pubbliche, ma anche la tecnologia e il capitale umano. In particolare, non si punta abbastanza nelle tecnologie che potrebbero integrare l’America Latina nelle catene globali del valore. A questo punto, il rischio più concreto è che la povertà diventi la sua nuova normalità.