La Germania ha scavalcato il Giappone al terzo posto nella classifica delle maggiori economie mondiali. Secondo i dati preliminari pubblicati lo scorso 15 febbraio, il Paese asiatico non è più la terza potenza globale. La notizia, già pubblicata da “quoted business” nei giorni scorsi, richiede tuttavia un approfondimento.
Nel 2023 il valore nominale del Pil nipponico, infatti, è diminuito in seguito al deprezzamento dello yen, la valuta domestica. Gonfiato dall’inflazione, invece, il Pil tedesco è arrivato a 4.500 miliardi di dollari, contro i 4.200 miliardi del Giappone.
Al netto dell’aumento dei prezzi e delle variazioni stagionali, però, in tutto il 2023 l’economia giapponese è cresciuta dell’1,9 per cento, mentre quella tedesca è scesa dello 0,3 per cento.
La notizia del sorpasso è stata accolta con una certa amarezza in Germania, dal momento che Berlino è da tempo alle prese con una profonda crisi strutturale causata da una serie di fattori, tra cui l’aumento dei costi dell’energia, che ha reso meno competitivo il comparto industriale; l’invecchiamento della popolazione, che ha provocato carenze di manodopera; e l’eccesso di burocrazia, che spesso rallenta gli investimenti e le innovazioni, soprattutto nei settori più minacciati dalla concorrenza cinese e statunitense.
La locomotiva d’Europa – evidenzia Bloomberg – (relativamente) all’improvviso sembra aver scoperto che la sua grande potenza manifatturiera (ancorata in larga parte al comparto automotive) è in declino (ormai irreversibile?).
In Giappone, la retrocessione è stata accolta con una certa incredulità - sottolinea Süddeutsche Zeitung - visto che “il Paese non si sente in crisi”. Dalla fine della pandemia le esportazioni si sono riprese grazie alla debolezza dello yen. Inoltre il 22 febbraio l’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha raggiunto il picco più alto dal dicembre del 1989.
Ma, oltre alla notizia del sorpasso tedesco, nelle stesse ore i giapponesi hanno appreso che negli ultimi tre mesi del 2023 il Pil è diminuito, segnando due trimestri consecutivi di calo e quindi l’entrata in recessione del Giappone, dove continuano ad arretrare la produttività e la competitività, con la spada di Damocle dell’involuzione demografica: tra il 2019 e il 2023 la popolazione è passata da 126,6 a 125 milioni e la tendenza è destinata ad aumentare.
Tornando alla Germania, la grande responsabilità di Berlino è non aver saputo interpretare i cambiamenti in atto nell’economia globale, perlomeno fino a quando (ormai troppo tardi) il mercato che per anni ha alimentato le vendite dei brand tedeschi automobilistici, ovvero quello cinese, si è trasformato da importatore a esportatore di auto (soprattutto elettriche).