Il Pil della Nigeria rallenta. Lo spiega l'Ufficio nazionale di statistica. L'economia è cresciuta dell'1,95% nel primo trimestre 2018 rispetto al 2,11 di quello precedente.
Nonostante la flessione, prosegue il trend positivo del Pil cominciato dal terzo trimestre del 2016, quando la recessione, la prima subita dal paese in 25 anni, toccò il fondo.
L’economia nigeriana è sostenuta soprattutto dall’aumento del prezzo del petrolio. Circa i due terzi delle entrate fiscali dipendono proprio dalle vendite di greggio.
La scorsa settimana il parlamento ha approvato un bilancio record di 29,8 miliardi di dollari per il 2018, finalizzato a incrementare la crescita nella più grande economia dell'Africa occidentale. In realtà il motivo ha un chiaro risvolto politico: le elezioni presidenziali in programma tra nove mesi.
Il presidente Muhammadu Buhari ha cercato di diversificare l'economia piuttosto che continuare a puntare soltanto sul petrolio. Il tentativo, però, non sembra aver dato buoni frutti. E, nel frattempo, la produzione di greggio non si schioda dai 2 milioni di barili al giorno. L’inflazione, seppur in diminuzione, è 12,5% e i tassi di interesse – appena riconfermati dalla Banca centrale – sono al 14%. Se si guarda lontano potrebbe andare meglio, ma anche peggio se si osservano le altre economie africane.