Il Fondo monetario internazionale conferma al 3,2% le stime di crescita per l’economia mondiale nel 2024 e 2025. Ma è una crescita bassa, che resterà debole nel medio termine ed esposta alle ombre che si allungano dall’alto livello del debito pubblico e dalla frammentazione del mondo in blocchi sempre meno dialoganti.
Passando al Vecchio continente, la ripresa economica dell’Europa resta “al di sotto del pieno potenziale”, esposta a molte incertezze. Il Fondo torna poi a raccomandare riforme in grado di “invertire il decennale declino della produttività e ridurre il divario del 30% del reddito pro capite con gli Stati Uniti”. La produttività - ha spiegato il responsabile del dipartimento Europa, Alfred Kammer – “è un problema in ogni singolo Paese europeo” e servono soluzioni su base nazionale e comunitaria.
Il Fondo, inoltre, avvisa che l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi da parte dell’Ue ha ripercussioni superiori all’ingresso dei concorrenti sul mercato: “Raramente le tariffe aiutano, anzi rendono i Paesi che li impongono meno competitivi”.