Delude le attese il Pil dell’Eurozona del terzo trimestre 2022. Secondo la stima preliminare di Eurostat, è salito dello 0,2% su base trimestrale. Su base annua la stima è al +2,1%. Per l’intera Ue è indicato un aumento dello 0,2% su trimestre e del +2,4% su anno.
A livello domestico, la Svezia (+0,7%) ha registrato l’aumento più elevato rispetto al trimestre precedente, seguita da Italia (+0,5%), Portogallo e Lituania (entrambi +0,4%). Diminuzioni sono state registrate in Lettonia (-1,7%) così come in Austria e Belgio (entrambi -0,1%). I tassi di crescita anno su anno sono stati positivi per tutti i paesi ad eccezione della Lettonia (-0,4%).
Segno più a sorpresa, dunque, per il Pil italiano nel terzo trimestre trainato soprattutto dal turismo: anche secondo l’Istat l’economia nel periodo è cresciuta (come detto) dello 0,5% sul trimestre precedente (il dato, seppur in decelerazione, è il settimo consecutivo positivo) e del 2,6% sullo stesso trimestre 2021. La crescita già acquisita per il 2022 sale così al 3,9%, a fronte del 3,3% indicato dalla Nadef. Il che significa che si ampliano gli spazi di manovra per la finanza pubblica nel 2022, anche se la frenata dell’industria solleva (e conferma) gli allarmi principali sulle prospettive dei prossimi mesi.
Il dato provvisorio sul Pil del terzo trimestre indica un “aumento ancora sostenuto dal recupero del settore servizi, quello più colpito dalla pandemia”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, sostenendo come la crescita comporti “da un lato un aumento meccanico nel rialzo delle stime, dall’altro spinge, in ogni caso alla prudenza nell’indicazione di stime puntuali nel contesto di grande incertezza come l’attuale”. Tradotto: calma, il dato è provvisorio, il definitivo potrebbe cambiare. La recessione tecnica insomma non è scongiurata: ma è almeno rinviata.