Circa la metà dei giovani non sposati sotto i 30 anni in Giappone non evidenzia interesse ad avere figli, adducendo fra le principali cause le questioni economiche, il peso della gravidanza per le donne, e le complessità della genitorialità.
Secondo un’indagine condotta dall’azienda farmaceutica Rohto su 400 partecipanti tra i 18 e i 29 anni, il 49,4 per cento ha dichiarato di non voler generare figli: si tratta della percentuale più alta negli ultimi tre anni. Per quanto riguarda il genere, nello specifico è emerso che il 53 per cento degli uomini e il 45,6 delle donne non sono interessati a diventare genitori, indicando tra i vari fattori gli elevati costi per crescere un bambino e il senso di ansia per il futuro del Paese.
I risultati dell’indagine online sembrano confermare i preoccupanti dati diffusi dal governo nipponico sul numero delle nascite, scesi sotto le 800.000 unità lo scorso anno, per la prima volta dal 1899, ovvero l’inizio delle statistiche. Una brutta notizia soprattutto per un Paese che è il più vecchio al mondo e che mostra una sostanziale chiusura verso l’immigrazione.
Un elemento per così dire autarchico che ricorre anche in un’altra caratteristica della terza economia al mondo (superata solo Stati Uniti e Cina): un elevatissimo debito pubblico rispetto al Pil che supera il 260 per cento (maturato soprattutto nel corso degli ultimi 30 anni; ad esempio nel 1991 era sotto il 40 per cento), ma che non desta eccessiva preoccupazione visto che è perlopiù detenuto da operatori domestici.