“Sono lieto di apprendere che la Corte dei conti stia valutando la possibilità di aprire un fascicolo sulla vicenda che mi riguarda”, così “avrò la possibilità di dimostrare che non sono stati spesi fondi pubblici né un euro del ministero è stato utilizzato per viaggi e trasferimenti della signora Maria Rosaria Boccia”.
Gennaro Sangiuliano, intorno alle 16 di venerdì, pubblica una nota per provare a resistere. Ma pochi minuti dopo, la diga difensiva alzata da Palazzo Chigi cede. Il ministro presenta le sue “dimissioni irrevocabili”.
In una lettera, ringrazia Giorgia Meloni “per avermi difeso con decisione e per l’affetto” e si dichiara “fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali”.
“Caro presidente, cara Giorgia, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura. Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto la prima richiesta di dimissioni, e per l'affetto che ancora una volta mi hai testimoniato”, si legge nella lettera, che continua spiegando che “le istituzioni sono un valore troppo alto per sottostare alle ragioni dei singoli” e lanciando un duplice atto d'accusa: “Sono consapevole di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi. Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip”. E conclude: “Ora cerco tranquillità per stare accanto a mia moglie che amo”.
Al suo posto è stato nominato ministro della Cultura Alessandro Giuli, attualmente Presidente della Fondazione MAXXI.
È poi arrivato anche il commento di Maria Rosaria Boccia. “No, non sono contenta, assolutamente, lui meritava quel posto, è una persona molto competente, secondo me anche una brava persona. Si è trovato in una situazione che non ha saputo gestire, mi dispiace tantissimo” ha detto la donna su La7.