L’economia di guerra vola. Grazie anche allo Zar

Per il settore bellico ha fatto più Putin che gli amministratori delegati delle aziende degli ultimi 20 anni

L’economia di guerra vola. Grazie anche allo Zar

La spesa militare mondiale nel 2023 è aumentata per il nono anno consecutivo in termini reali, a una somma che si avvicina a 2.500 miliardi di dollari. Sono le stime anticipate da Dan Smith, direttore dell’istituto di Stoccolma Sipri.

I dati definitivi saranno pubblicati in aprile, ma già si sa che “la spesa è aumentata a un ritmo sostenuto nel 2023 e aumenterà anche quest’anno e per i prossimi anni, ma non per sempre”.

A due anni dall’avvio della guerra della Russia contro l’Ucraina e nel pieno della guerra di Israele contro Hamas a Gaza, l’industria della difesa è in piena espansione, soprattutto in Europa.

Le spese militari nel Vecchio continente l’anno scorso sono arrivate intorno a 345 miliardi di dollari, secondo il Sipri, rispetto ai 230 miliardi del 2014, l’anno in cui nel vertice Nato di Newport fu stabilito il discusso obiettivo politico di elevare la spesa militare degli alleati degli Stati Uniti almeno al 2 per cento del Pil.

Quest’anno la Germania dovrebbe per la prima volta raggiungere una spesa di almeno il 2 per cento del Pil. L’Italia ha speso l’1,46 e ha l’obiettivo di arrivare al 2 entro il 2028.

Proprio gli impegni di aumentare la spesa annunciati dai governi europei hanno incrementato l’interesse degli investitori

Tra il 2020 e il 2022 i principali 15 gruppi industriali della difesa mondiali hanno aumentato il portafoglio ordini complessivo di 76 miliardi di dollari, attestandosi a 778 mld. 

In Borsa le azioni aumentate di più sono quelle di Rheinmetall (azienda che produce cannoni, munizioni, blindati e partecipa alla costruzione del carro armato Leopard): sono salite da 83,06 euro del 2 gennaio 2022 agli attuali 411 euro, con un incremento del 494 per cento, quasi quantuplicate.

La svedese Saab, che produce dai caccia (Gripen) ai missili, è stata la seconda per incremento di valore in Borsa, +339 per cento da inizio 2022 al 26 febbraio 2024.

Al terzo posto troviamo Leonardo, il cui titolo (a lungo depresso negli ultimi anni) è decollato quando Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina. A fine 2021 le azioni Leonardo valevano 6,30 euro, il 26 febbraio 19,98 euro, più che triplicate (+217 per cento).

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