A differenza del 2016, Donald Trump questa volta ha vinto a furor di popolo. Ora, con il suo ritorno alla Casa Bianca, il mondo si prepara a vivere nuovi assetti: imprevedibile e isolazionista, il leader repubblicano intende voltare pagina rispetto a Joe Biden su molti fronti. Vediamone alcuni.
Ucraina. Le ripercussioni più immediate riguarderanno probabilmente l’Ucraina. Trump ha promesso di porre velocemente fine al conflitto, costringendo Kiev a fare concessioni agli invasori russi.
Europa e Nato. Biden si era posto come priorità il rafforzamento delle alleanze. Ora le relazioni tra gli Stati Uniti e i suoi alleati storici potrebbero tornare a essere tese. In particolare, Trump accusa gli europei di abusare del sostegno degli Stati Uniti e ha messo in discussione la Nato.
Cina. Più volte Trump si è scagliato contro Pechino, considerandola un nemico. Nel 2008 aveva dato vita a una guerra commerciale con la Cina, e oggi promette dazi significativi sui suoi prodotti. Allo stesso tempo, i cinesi sono molto attenti anche alle parole di Trump su Taiwan. Il leader repubblicano ha messo pubblicamente in dubbio la possibilità di difendere l’isola in caso d’invasione cinese.
Immigrazione. Il prossimo presidente potrebbe anche creare scompiglio in America Latina, dove importanti partner commerciali degli Stati Uniti – come Brasile, Colombia e Messico – sono guidati da leader di sinistra. Durante la campagna elettorale Trump ha diffuso notizie false e discriminatorie sui migranti e una delle sue principali promesse – l’espulsione di massa di milioni di immigrati irregolari – potrebbe causare il caos nella regione.
Medio Oriente. Trump dovrebbe riaffermare il suo sostegno incondizionato a Israele, facendo allo stesso tempo tutto il possibile per contrastare il nemico comune di entrambi i paesi, l’Iran. Su quest’ultimo punto ha già incoraggiato Netanyahu a bombardare gli impianti nucleari di Teheran. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha salutato il ritorno del repubblicano alla Casa Bianca come “una potente riaffermazione della grande alleanza” con Israele. Durante il suo primo mandato, Trump ha acconsentito al trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme.