La formazione di un nuovo governo di transizione in Siria ha sancito formalmente la fine del regime di Bashar al Assad, la cui famiglia ha controllato per più di 50 anni il paese in modo autoritario. Secondo l’ultimo report ‘Democracy Index 2023’ prodotto dall’Economist, la Siria di Assad era il 163esimo paese su 167 per stato di salute della democrazia.
Il Democracy Index sintetizza il livello di democrazia di un paese attraverso 60 indicatori raggruppati in cinque categorie: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzionamento del governo, partecipazione politica e cultura politica. Ogni categoria ha un punteggio da 0 a 10, con l’indice complessivo calcolato come media semplice.
Nel 2023 i paesi con il valore più basso di democracy index sono stati la Repubblica Centrafricana con 1,18, la Corea del Nord con 1,08, il Myanmar con 0,85 e l’Afghanistan con 0,26. Al contrario, i paesi più virtuosi sono stati la Norvegia, la Nuova Zelanda, e l’Islanda, rispettivamente con un indice pari a 9,81, 9,61 e 9,45. L’Italia si è collocata al 30esimo posto, con un indice del 7,69, ponendosi in posizione inferiore rispetto a paesi come Regno Unito (8,28), Stati Uniti (7,85) e Portogallo (7,75).