Alle 3:45 ora di Sana’a (1:45 in Italia) del 13 gennaio, le forze statunitensi hanno condotto un attacco contro una postazione radar Houthi nello Yemen. Lo ha dichiarato il Comando Centrale degli Stati Uniti in un comunicato pubblicato su X. L’obiettivo è ridurre la capacità degli Houti di attaccare i trasporti marittimi, compresi quelli commerciali.
I media locali hanno confermato i nuovi attacchi nello Yemen nella notte, all’indomani dei primi bombardamenti americani e britannici contro i siti del movimento che sta minacciando il traffico marittimo internazionale nel Mar Rosso.
La Russia ha intanto denunciato la “palese aggressione” da parte di Usa e Regno Unito sul territorio dello Yemen. “Si tratta dell’aggressione armata di un gruppo di paesi contro un altro paese, e non ha nulla in comune con l’auto difesa”, ha sostenuto l’ambasciatore all’Onu Vassily Nebenzia durante la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza, accusando gli angloamericani di aver violato l’articolo 2 della Carta Onu, ovvero quello che impegni gli Stati membri ad astenersi dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica degli Stati.
Secondo Usa e Gran Bretagna, le azioni contro le basi militari dello Yemen sono state “necessarie, proporzionate, rispettose della legge internazionale e nell’esercizio del diritto all’autodifesa”.