I funzionari israeliani definiscono l’operazione di terra appena partita nel Libano meridionale (e benedetta dagli Stati Uniti che l’hanno definita rischiosa ma legittima) come di portata limitata, affermando che non ci sarà “nessuna occupazione a lungo termine”.
Le truppe israeliane si concentreranno sulla rimozione delle “minacce immediate” dai villaggi libanesi lungo il confine, inclusa la capacità di Hezbollah di infiltrarsi nel nord di Israele, hanno insistito i funzionari israeliani, che hanno, tuttavia, rifiutato di dire quanto in profondità le truppe israeliane si avventureranno nel paese o quanto a lungo si prevede che l’operazione durerà.
Così, dopo Gaza e Yemen, Israele ha (ri)aperto un terzo fronte. A questo punto, la domanda è: Netanyahu vuole continuare ad alzare la posta fino a trascinare l’Iran in una guerra?
Teheran non ha alcuna intenzione di lasciarsi coinvolgere, neanche dopo l’eliminazione del suo principale alleato nella regione, anche perché il rapporto di forze chiaramente non è favorevole all’Iran.