Anche dopo l’uccisione di Sinwar, capo di Hamas, Netanyahu non riesce a pensare alla vita degli ostaggi israeliani (meno di un centinaio, la metà probabilmente già deceduti) e trattare una tregua con Hamas.
“Cittadini di Israele, vi dico che Yahya Sinwar è morto. Il responsabile del massacro più grande del popolo ebraico dalla Shoah, l’arciterrorista che ha ucciso migliaia di israeliani e rapito centinaia di cittadini è stato ucciso dai nostri eroici soldati. Il conto è stato pagato”, ha annunciato al paese Benjamin Netanyahu.
Netanyahu ha affermato che questo è “l’inizio del giorno dopo Hamas. È l’opportunità per Gaza di liberarsi dalla tirannia”. Ma ha avvertito: “Oggi il male ha subito un grave colpo, ma la nostra missione non è ancora finita”.
Dunque, la guerra di Gaza come quella del Libano – in attesa della rappresaglia contro Teheran – continua. Per il governo israeliano, come del resto per Hamas, il diritto internazionale e quello umanitario sono parole vuote: Sinwar per la Corte penale internazionale dell’Aja era infatti un criminale di guerra esattamente come è, e resta, il premier israeliano in carica.