Il giudice della Corte suprema brasiliana, Gilmar Mendes, ha messo in allerta il presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, sulla possibilità di essere processato dalla Corte penale internazionale per come il suo governo ha affrontato la pandemia da coronavirus.
Mendes ha parlato con Bolsonaro - che guida la prima economia dell’America latina - lunedì scorso quando lo avrebbe “avvertito del rischio che la sua gestione della pandemia raggiunga il Tribunale penale internazionale”.
Il tribunale de L’Aja ha intanto cominciato a giugno ad analizzare una denuncia contro il capo di Stato verdeoro presentata dal Partito democratico laburista.
Mendes era finito nei giorni scorsi sotto i riflettori per aver sostenuto che anche l’Esercito è “complice del genocidio” messo in pratica dall’esecutivo di Bolsonaro con il suo tentativo di minimizzare la gravità della malattia.
Ma qual’è la storia del presidente brasiliano?
Bolsonaro è un veterano della politica brasiliana, considerato come un ribelle populista contro l’establishment, sul modello di Donald Trump, per il quale ha più volte espresso la sua ammirazione.
Ex capitano dell’Esercito, Bolsonaro (65 anni) ha completato sei mandati consecutivi come deputato federale eletto a Rio de Janeiro, cambiando otto volte partito fino ad atterrare nel Psl, con il quale è diventato nel 2014 il deputato che ha raccolto più voti nello stato.
Considerato un personaggio minore del paesaggio politico brasiliano, Bolsonaro è diventato noto soprattutto per le sue sparate contro le donne, i gay e i neri, e a favore del pugno duro contro i criminali, il porto d’armi e la dittatura militare che ha governato il paese dal 1964 al 1985.