Il 26 gennaio la Corte internazionale di giustizia (Cig) dell’Aja ha chiesto a Israele di fare tutto il possibile per “prevenire possibili atti genocidari” nella Striscia di Gaza. La storica sentenza è stata accolta con favore dal Sudafrica, che aveva presentato il ricorso.
“Israele deve anche adottare misure urgenti per garantire la consegna degli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza”, ha aggiunto la Cig che, tuttavia, non ha chiesto a Israele di mettere fine alla sua offensiva.
In questa fase i giudici non erano chiamati a stabilire se Israele stesse effettivamente commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Dovevano pronunciarsi sul ricorso d’urgenza in attesa di occuparsi del merito della questione.
Le sentenze della Cig sono definitive e giuridicamente vincolanti, ma la Corte non ha i mezzi per farle rispettare: ritorna alla mente la primavera scorsa quando ha ordinato (invano) alla Russia di sospendere l’invasione dell’Ucraina.
Ma per gli altri Paesi sarà più difficile continuare a sostenere Israele dopo che un tribunale delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per un possibile genocidio.