L'Europa ha ragione a diffidare della crescente importanza economica della Cina sul vecchio continente. Mentre la Cina è una preoccupazione, l'Ue non dovrebbe perdere di vista la crisi di politica estera che deve affrontare ora: la Russia.
A dire il vero, l’influenza di Pechino minaccia di esacerbare le divisioni esistenti tra i membri dell’Unione. La Cina si sta facendo strada investendo in importanti progetti infrastrutturali in particolare nei paesi dell’Europa orientale, dove hanno bisogno degli investimenti cinesi che sono invece osteggiati da Bruxelles. Ciò potrebbe avere gravi ripercussioni sull’unità dell'Ue.
Non c'è, pertanto, dubbio che occorra un fronte unito contro la Cina. Pechino si sta avvicinando al commercio e agli investimenti in Europa come fa ad esempio in Africa, capitalizzando le divisioni politiche e creando dipendenza economica.
Ma finora i numeri non coincidono con la minaccia percepita. Ad esempio, soltanto il 5% delle importazioni ungheresi proviene dalla Cina, mentre oltre il 27% delle esportazioni è diretto in Germania. Più preoccupante dovrebbe risultare il fatto che la Slovacchia, la Repubblica ceca e l’Ungheria sono quasi totalmente dipendenti dalle importazioni di gas dalla Russia per alimentare le loro economie. Ecco perché l’influenza russa è una minaccia molto più grande - e più immediata - al progetto europeo.
La Cina ha un interesse economico in un’Europa stabile, seppur frammentata. Questo non è il caso della Russia, dove Vladimir Putin vede l’Ue come un affronto alla sicurezza nazionale e si pone l’obiettivo di minare il concetto stesso di unità europea. Questa è la vera crisi.