L’Unione Europea si trova di fronte ad affrontare molte difficoltà, ma la divisione più evidente si sta consumando non tra gli Stati membri, bensì tra le cariche apicali dell’Unione, come dimostra plasticamente quanto avvenuto a Bali in questi giorni.
A margine del vertice dei capi di Stato del G20 in Indonesia c’è stato un incontro tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e Xi Jinping. Assente Ursula Von der Leyen, che non è stata invitata. Il motivo? Una vendetta di Michel per non avergli permesso di partecipare a un incontro con il premier indiano Modi al G7 in Germania dello scorso giugno.
La tensione non finisce qui. Nelle scorse settimane Michel ha attaccato più volte la Commissione per la lentezza nel presentare proposte concrete sul tetto al prezzo del gas.
In realtà, il problema tra i due leader risale allo scorso anno: era il 7 aprile, Ursula Von Der Leyen, in visita ad Ankara, fu lasciata in piedi da Charles Michel e Recep Tayyip Erdogan. Da allora, il cosiddetto ‘sofa-gate’, i rapporti tra i due massimi vertici delle istituzioni Ue, se possibile, non hanno fatto altro che peggiorare. Ormai si detestano e non si parlano più.
Come faranno Michel e Von der Leyen a convivere fino al 2024 quando i loro mandati andranno in scadenza? Biden è riuscito a limitare i danni alle elezioni di Midterm (tenendo il Senato e cedendo la Camera) e Xi è uscito rafforzato dal ventesimo congresso del Partito. L’Europa può permettersi queste debolezze?
Intanto si comincia a parlare della successione. Secondo alcuni osservatori a presiedere il prossimo Consiglio europeo potrebbe esserci Mario Draghi. Che, però, sarebbe in lizza anche per il vertice della Nato. Un fatto è certo: entrambi le soluzioni sarebbero gradite agli Usa, soprattutto in una fase nella quale la Germania sembra sempre più interessata a guardare a Oriente.
