La Brexit miete un’altra ‘vittima’. Si dimette il premier nordirlandese

Paul Givan ha lasciato per protesta per l'accordo che impone i controlli doganali con la Gran Bretagna. Un accordo firmato da Boris Johnson ai tempi della Brexit ma che ora lo stesso premier britannico non vuole più. È un complotto per far pressioni su Bruxelles?

La Brexit miete un’altra ‘vittima’. Si dimette il premier nordirlandese
Paul Givan

È caos politico in Irlanda del Nord, a causa della Brexit. E ora le tensioni potrebbero crescere sempre di più, quando mancano solo tre mesi alle (delicate) elezioni locali che a questo punto potrebbero essere anticipate.

Il primo ministro di Belfast, l’unionista Paul Givan del ‘Democratic Unionist Party’ (Dup) si è dimesso come gesto di protesta contro le regole commerciali post-Brexit sull’Irlanda del Nord firmate da Boris Johnson a fine 2019 e criticate da Ue e Irlanda. Si rischia quindi di riaprire uno dei fronti più caldi della discussione post-Brexit. Le dimissioni sono avvenute il giorno successivo al tentativo di fermare alcuni controlli sulle merci in arrivo dalla Gran Bretagna.

Come parte del suo accordo sulla Brexit, il Regno Unito aveva concordato con l’Ue un documento (noto come Northern Ireland Protocol), che mira a evitare controlli alle frontiere tra l’Irlanda del Nord governata dalla Gran Bretagna e l’Irlanda membro dell’Ue.

Ma di fatto il protocollo ha creato un ‘confine’ nel Mare d’Irlanda per le merci che si spostano nella provincia dalla Gran Bretagna. Ciò ha fatto allarmare diversi esponenti filo-britannici e ha indotto Londra a cercare di riscrivere l’accordo che aveva firmato prima di lasciare l’Ue nel 2020.

La maggior parte dei controlli sulle merci provenienti dal Regno Unito non è stata ancora attuata poiché Londra e Bruxelles cercano di rielaborare l’accordo entrato in vigore lo scorso anno. L’Ue ha proposto di dimezzare le pratiche doganali e di ridurre dell’80% i controlli sui prodotti alimentari, ma la Gran Bretagna vuole che si vada oltre.

Il che ci riporta ai possibili risvolti politici a Belfast. Il partito filo-britannico Dup, attualmente maggioritario nell’assemblea regionale nordirlandese, ha minacciato per mesi di vanificare i controlli e di bloccare le regole di condivisione del potere, che sono parte fondamentale dell’accordo di pace sottoscritto nel 1998 che ha posto fine a tre decenni di violenze.

Il Dup è di fatto in ribasso nei sondaggi pre-elettorali, in quando rischia di perdere l’appoggio sia degli unionisti più intransigenti, sia di quelli più moderati, in parte a causa del Protocollo ma anche di problemi interni.

I sondaggi suggeriscono che il partito rivale Sinn Fein potrebbe vincere le prossime elezioni di maggio, diventando per la prima volta partito di maggioranza relativa. Un sondaggio LucidTalk condotto il mese scorso ha dato come risultato il 25% per lo Sinn Fein, da sempre nazionalista e pro Ue, mentre il Dup si è fermato al secondo posto con il 17%.

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