Il governo britannico ha annunciato il 31 gennaio di aver raggiunto un accordo con gli unionisti nordirlandesi per mettere fine al loro boicottaggio delle istituzioni locali.
Il Partito unionista democratico (Dup), favorevole alla permanenza dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito, si era ritirato dall’esecutivo e dal parlamento locali nel febbraio 2022 per protestare contro le regole commerciali introdotte dopo la Brexit, considerate una minaccia per la regione, visto che mettevano a repentaglio l’appartenenza dell’Ulster al Regno Unito.
L’accordo prevede una riduzione dei controlli e delle formalità amministrative per le merci che arrivano in Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito.
Londra può celebrare quindi una vittoria su un dossier importante. Il premier britannico ottiene un risultato tangibile da sventolare alle prossime elezioni nel tentativo di salvare un partito Conservatore dilaniato da faide interne e apparentemente destinato alla sconfitta contro i laburisti di Keir Starmer.
Ma a ben vedere è davvero una vittoria per Downing Street? Dopo le elezioni di due anni fa, l’Irlanda del Nord avrà per la prima volta nella storia un primo ministro del partito repubblicano e socialista Sinn Féin. Per la loro leader Mary Lou McDonald, questa è una “svolta storica”: l’Irlanda unita sarebbe “a portata di mano”.