Una missione provocatoria nel Canale di Otranto, dove si concentrano le reti che trasportano gas, energia e traffico internet tra Italia e Balcani. Il 22 dicembre la nave russa ‘Akademik Pashin’ è rimasta per ore ferma nel punto più sensibile: quello dove si trovano le tubature della Trans Adriatic Pipeline, la Tap che convoglia rifornimenti di metano (ufficialmente) alternativi alle fonti russe.
Lunga 130 metri, la ‘Akademik Pashin’ ad agosto è salpata dal Baltico e si è diretta verso sud, subito tallonata dalla Royal Navy britannica e dagli aerei da ricognizione americani: il 24 agosto è entrata nel Mediterraneo e da allora prosegue le sue attività. Non è sola. Si accompagna a una nave da guerra russa, quasi sicuramente una corvetta della classe Steregushchiy, armata con missili cruise.
Quella nel mezzo dell’Adriatico, all’altezza del Gargano, è l’ennesima operazione lanciata da Mosca per mantenere la pressione sulla Nato, mostrando la volontà di impiegare ogni mezzo per testimoniare una presenza aggressiva pure nel Mediterraneo.