Un uno-due per mettere Ko il sistema-Europa, almeno quello attuale. Nei giorni scorsi (26 marzo 2018), in un ribollente - d'entusiasmo - teatro ateniese, Yanis Varufakis ha completato la seconda puntata del suo progetto anti-austerità.
L'ex vulcanico ministro delle finanze nel primo governo Tsipras ha presentato il partito MeRa25, che vuol dire “Fronte di disobbedienza realista europea verso il 2025”, diramazione ellenica del partito transnazionale che correrà per le elezioni europee del 2019, e cioè DiEM25, “Movimento per la democrazia per l’Europa del 2025”.
Due denominazioni lunghe, con una semplice parola d’ordine: disattendere i diktat imposti dell’Europa, che qui tutti leggono come “Germania”. Nel 2015, al tempo della tempestosa crisi del debito sovrano greco, che stava affondando Atene e inghiottendo, in scia, l’intera costruzione della moneta unica, Varoufakis fu l’interprete della resistenza a ogni costo contro i paladini germanici e nord-europei del rigore. Entrò in collisione con il premier Tsipras, che non voleva lo scontro frontale con Bruxelles. E dovette capitolare. Dal 2015, poi, la Grecia ha beneficato del salvataggio finanziario più ingente della storia. “Un debito coloniale” lo etichetta Varoufakis.
Il leader ellenico ora conta sui milioni di suoi estimatori in Europa, tra cui tanti volti noti - Brian Eno a Julian Assange, fino all’americano Noam Chomsky – per ottenere il maggior numero possibile di europarlamentari a Strasburgo. E, con quella pattuglia, liberare, la Grecia, e non solo, dal giogo coloniale degli euro-capitalisti.
La voce di quoted
Una figura controversa, quella di Yanis Varufakis. Certamente un caso unico. Un apprezzato economista, arrivato a diventare ministro delle finanze di un paese dell’Unione europea, la Grecia, senza tradire il suo spirito profondamente anti-establishment. Per tutto questo è amato in patria e all’estero ed è altrettanto odiato per le sue idee fuori da ogni ortodossia europea. Ma in un’Europa che vede crescere i partiti anti-sistema quanto saranno compresi e apprezzati i programmi “rivoluzionari” di Varoufakis? E soprattutto: è chiara la volontà di andare contro, la Germania. Sembrano, invece, ancora poche chiare le caratteristiche che dovrebbe avere l’Europa sognata Varoufakis e il modo in cui raggiungere gli obiettivi. Per ora c’è la volontà di cambiare, bisogna solo capire verso dove.