Mancano soltanto due mesi alle elezioni presidenziali russe, ma Putin non sembra aver bisogno di battersi per organizzare una vera e propria campagna elettorale.
Il sito web aperto per la votazioni non contiene neanche un programma. Soltanto qualche spot come “Il taglio illegale di alberi è stato bloccato” e “Le università russe sono entrate nella Top 50 dei BRICS".
Il presidente di fatto non ha veri avversari, anche se in tre hanno deciso comunque di provare l’impresa impossibile. Ecco il loro profilo.
Pavel Grudinin: candidato comunista anche se non è un membro del Partito; ricco imprenditore agricolo; il suo obiettivo è far vivere tutti i russi come i suoi operai ben retribuiti.
Ksenia Sobchak: volto noto della tv; si definisce la "candidata senza precedenti"; si dichiara contro il governo illiberale di Putin.
Grigory Yavlinsky: liberale della vecchia scuola, ha preso parte a due delle sei precedenti elezioni presidenziali in Russia, il suo miglior risultato è stato del 7,3 per cento nel 1996.
A tutti questi candidati è stato concesso l'accesso ai mezzi di comunicazione di proprietà statale e pro-Putin dietro stretto controllo e autorizzazione.
L’unico avversario temuto da Putin è Navalny. Ma non può partecipare al voto, perchè messo fuori gioco dalla magistratura e dalle leggi russe. Dirà la sua lo stesso, visto che ha invitato i cittadini russi allo "sciopero degli elettori" e il vero rischio per Putin si chiama proprio “bassa affluenza”, soprattutto da quando i sondaggi ipotizzano uno scenario vicino al 50 per cento di partecipazione al voto.
Sarebbe un disastro per il Cremlino: anche le elezioni del 2004, la più noiosa della storia poiché nessun osò sfidare Putin, ottenne il 64,3 per cento di partecipazione al voto.
Se la percentuale di astensione dovesse rivelarsi alta, quello che probabilmente sarà l'ultimo mandato di Putin al potere potrebbe trasformarsi in una transizione verso un futuro diverso, forse anche più liberale.
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