Nelle elezioni presidenziali che si terranno nel mese di marzo, Vladimir Putin correrà contro un gruppo di candidati, che non hanno né la possibilità, né, sembra, il desiderio di sconfiggerlo.
Ma al di fuori della realtà virtuale della propaganda del Cremlino, questa campagna è stata dominata da Alexei Navalny, che però non può correre per la presidenza visto che è stato messo fuori gioco dalla magistratura, seppur su basi incosistenti. Nonostante ciò Navalny è riuscito a imporre il suo ordine del giorno.
Putin sarà comunque eletto presidente a marzo e continuerà a governare la Russia nei prossimi anni, ma dovrà operare in un panorama politico radicalmente modificato.
Il principale cambiamento è geografico. Per due decenni il movimento di protesta anti-Putin è stato in gran parte limitato a quello che molti russi definiscono i "ghetti liberali" di Mosca e San Pietroburgo. In un anno si è diffuso in tutto il paese.
Un’altra novità è la demografia della protesta. Ora, in larga misura, comprende ragazzi di 20 anni che non hanno mai visto una Russia senza Putin.
Poi è venuta meno una barriera psicologica per i russi. Navalny è riuscito a far sì che migliaia di persone scendessero in strada per esercitare il loro diritto costituzionale di partecipare a libere assemblee senza chiedere il permesso alle autorità.
Tuttavia Navalny non è ancora riuscito a costruire una vasta coalizione anti-Putin e sa che i russi sono contrari alla prospettiva di una rivoluzione violenta in stile ucraino, che sarebbe una follia per un paese che accumula abbastanza armi nucleari per distruggere la vita sulla Terra.