Alexey Navalny sostiene di aver ottenuto una prova inconfutabile delle responsabilità del Cremlino e dei suoi servizi segreti nell’avvelenamento che l’ha tenuto a lungo in bilico tra la vita e la morte. A fornirgli la chiave del mistero sarebbe stato proprio un ufficiale dell’Fsb cadendo nel tranello telefonico tesogli dall'oppositore di Vladimir Putin.
L’agente avrebbe di fatto confessato l’operazione ordita dall’intelligence per far fuori il dissidente ma avrebbe suggerito che la tossina potrebbe essere stata applicata sulle mutande dell’oppositore.
Navalny ha pubblicato su internet un video in cui racconta di aver telefonato ad alcuni agenti sospettati di essere coinvolti a diverso titolo nel suo caso. A due di questi si è presentato con una falsa identità, quella di Maxim Ustinov: un inesistente aiutante del segretario del Consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev, un fedelissimo di Putin. Colto alla sprovvista, dopo qualche tentennamento Konstantin Kudryavtsev avrebbe abboccato.
L’oppositore russo si è sentito male il 20 agosto ed è collassato su un aereo in volo tra Tomsk e Mosca. Pensando di parlare con un superiore incaricato di redigere un rapporto sul caso, Kudryavtsev dice che se quel giorno i piloti dell’aereo su cui volava l’oppositore non avessero effettuato l’atterraggio di emergenza così velocemente e se gli operatori sanitari non fossero intervenuti tanto prontamente, “il risultato sarebbe stato diverso”.