La Zona economica del Canale di Suez (Scez) in Egitto ha firmato un accordo da 6,75 miliardi di dollari con China Energy Engineering Corporation (Ceec) per avviare diversi progetti legati alla produzione di ammoniaca e idrogeno ‘green’, da realizzare nella zona industriale di Ain Sokhna sulla costa occidentale del golfo di Suez.
La Scez ha inoltre stipulato un’intesa da 8 miliardi di dollari con la compagnia di Hong Kong per gli idrocarburi United Energy Group ai fini della creazione di un impianto per la produzione di cloruro di potassio.
L’Egitto di Abdel Fattah al-Sisi dunque guarda alla Cina per il proprio sviluppo industriale interno. Nel gigante geopolitico del Mediterraneo e cardine tra Asia e Africa, nonostante la crescente insofferenza di alcuni strati della popolazione, la stabilità del sistema di potere domestico non è in discussione.
È anzi garantita dai continui e significativi sforzi finanziari e politici degli Stati Uniti, dei Paesi arabi del Golfo e appunto della Cina: tutti attori interessati a far sì che al Cairo si mantenga lo status quo.