“Oltre un quarto delle ore di cassa integrazione Covid è stato richiesto (e ottenuto, ndr) da imprese che non hanno subito alcuna riduzione di fatturato”. Il dato scottante lo ha rivelato Giuseppe Pisauro, presidente di quell’Ufficio parlamentare di bilancio.
In pratica, i dipendenti sono stati formalmente in cig, ma in realtà hanno lavorato in azienda o in smart working. E così le imprese ‘furbette’ hanno trasformato il costo per quei dipendenti, cioè i loro stipendi, in profitto.
Il periodo di riferimento è il primo semestre del 2020 (la cassa per l’emergenza Covid è scattata dal 23 febbraio, ndr) messo a confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Incrociando questi dati emerge che 1/3 delle ore di Cig è stato utilizzato da imprese che hanno avuto perdite di fatturato superiori al 40%. Ma oltre 1/4 delle ore è stato usufruito da imprese che non hanno registrato riduzione di fatturato.
Il governo corre ai ripari. Il decreto ‘agosto’ prevederà che soltanto le aziende che hanno avuto una riduzione del fatturato pari o superiore al 20% nel primo semestre di quest’anno rispetto a quello del 2019 potrà accedere alla Cig alle condizioni attuali.
Le imprese che hanno avuto invece un calo contenuto, sotto il 20%, se vorranno ricorrere ancora alla Cig dovranno pagarne una parte. In alternativa potranno ottenere una decontribuzione al 100% per quattro mesi.