“Per anni, Apple ha risposto alle minacce competitive imponendo una serie di regole e restrizioni contrattuali che hanno permesso ad Apple di esigere prezzi più alti dai consumatori, imporre tariffe più elevate agli sviluppatori e ai creatori, e frenare le alternative competitive dalle tecnologie rivali”. A sostenerlo non è Pechino, Mosca, o altri competitor statunitensi, bensì Jonathan Kanter, che è alla guida dell’Antitrust nel Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
In pratica, è stato affermato che Apple è diventata quello che è oggi non perché in grado di produrre una tecnologia superiore, ma perché ha limitato la concorrenza utilizzando tattiche di esclusione. Non era mai stato formulato in modo così esplicito un attacco così chiaro all’ecosistema di Apple e al suo modo di intendere l’innovazione.
Per Apple non c’è solo il fronte interno, quello statunitense. Ad esempio, con il Digital Markets Act, il nuovo regolamento sui mercati digitali, l’Ue ha chiesto esplicitamente l’apertura del loro “walled garden”, il sistema chiuso che ha regolato e continua a regolare la distribuzione di contenuti sul web.
Ma la vera minaccia è rappresentato da un “meteorite” chiamato intelligenza artificiale generativa. Se Apple non riuscirà a sviluppare una propria AI, i confini del suo “giardino recintato” saranno ancora più a rischio. Per ora la Mela appare in ritardo in quella che è considerata ad oggi la più grande rivoluzione tecnologica del secolo.
Se Cupertino non recupera questo ritardo, allora sì che la fine de “Il tempo delle mele”, parafrasando il titolo di un noto film francese del 1980 sul passaggio dall’infanzia all’adolescenza, sul periodo della vita in cui non si è più bambini e non si è ancora adulti, potrebbe essere davvero arrivato. Se Apple è davvero grande, lo dimostri smettendo di ricorrere a pratiche sleali e si metta alla prova con l’intelligenza artificiale. Altrimenti, il rischio è di fare la fine di Nokia che, da leader globale dei cellulari, negli anni 2000 ha perso il treno degli smartphone, finendo per essere surclassata dalla Mela e da altri. Una smacco da cui l’azienda finlandese non si è mai più ripresa.