Nel 2023, tra gli occupati laureati circa 2 milioni di persone (il 34% del totale) risultano occupate con un inquadramento professionale che non richiede necessariamente il titolo d'istruzione conseguito e, in tal senso, sono considerate sovra-istruite. Lo sottolinea l’Istat nel suo Rapporto annuale. L’incidenza raggiunge il 45,7% tra i laureati in discipline socio-economiche e giuridiche e scende al 27,6% tra i laureati in discipline STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics). Tra il 2019 e il 2023 la quota dei sovra-istruiti è cresciuta di 1,1 punti percentuali.
Occorre, inoltre, considerare che nell’ultimo decennio le condizioni economiche dei lavoratori e delle rispettive famiglie sono peggiorate. I dati sulla percentuale dei lavoratori poveri (cosiddetti working poors), ossia coloro che pur avendo un lavoro non sono in grado di far uscire dalla soglia della povertà assoluta loro stessi e il proprio nucleo familiare, mostrano che nel 2023 gli occupati in questa condizione erano il 7,6%, in aumento di 2,7 punti percentuali rispetto al livello del 2014 (4,9%).
La situazione è, tuttavia, differente per i lavoratori dipendenti e per quelli autonomi. Entrambe le macro categorie partivano da un’incidenza di working poors simile (nel 2014 erano del 5 e del 4,7%, rispettivamente), ma negli anni la situazione è peggiorata soprattutto per i dipendenti.