Le parole contano. E nel caso degli annunci di lavoro influenzano la decisione se inviare o meno la propria application per una determinata posizione. Questo può costituire un problema rilevante se, ad esempio, un'azienda intende assumere più donne. La tecnologia può aiutare a rimuovere questi pregiudizi inconsci?
Una descrizione del lavoro che usa la frase "Stiamo cercando qualcuno per gestire una squadra" può sembrare abbastanza innocua. Ma uno studio ha dimostrato che la parola "gestire" incoraggia più uomini che donne a candidarsi per il ruolo. Cambiare la parola in "sviluppo" lo renderebbe più appetibile agli occhi femminili. Lo sostiene Kieran Snyder, amministratore delegato della Textio di Seattle, una società di "software di scrittura aumentata", che utilizza l'intelligenza artificiale per analizzare le “job descriptions” in tempo reale, evidenziando tutti i termini che potrebbero influire negativamente su talune categorie, come appunto le donne. E suggerisce alcune alternative.
Quando il gigante australiano Atlassian ha utilizzato il software Textio, i risultati sono stati sorprendenti. È stato rilevato un aumento dell'80% delle assunzioni di donne in ruoli tecnici nell’arco di soli due anni.
I ricercatori hanno anche scoperto che le preferenze di genere possono essere trasmesse sottilmente attraverso parole come "competitiva" o "leader", solitamente associate a stereotipi maschili, mentre parole come "supporto" e "interpersonale" sono attribuite a caratteri femminili. Ciò dimostra quanto il reclutamento del personale possa essere incline a pregiudizi.
La diversità e l'inclusione sono, invece, elementi determinanti ai fini dell'acquisizione di talenti. Una forza lavoro più eterogenea accresce la circolazione delle idee e migliora la redditività aziendale. Secondo McKinsey & Company, le imprese più "aperte" hanno il 33% di probabilità in più di essere maggiormente performanti rispetto ai concorrenti diretti. La chiave è, quindi, non sprecare il talento.