Il tasso di disoccupazione giovanile in Germania è pari al 7%, mentre in Spagna supera il 30%. Una delle chiavi per comprendere questa differenza è il modello della formazione duale. L'apprendimento si svolge in due spazi: in azienda e a scuola.
Il basso tasso di disoccupazione giovanile in Germania non è un caso isolato, come conferma l’esperienza di altri paesi che hanno adottato lo stesso modello, come Austria, Danimarca e Svizzera.
In Spagna il modello duale, attuato nel 2012, è ancora poco diffuso. Soltanto il 3% degli studenti lo sceglie nonostante il 70% dei partecipanti sia, poi, assunto dall’azienda dove svolge il periodo formativo. Nel modello spagnolo tradizionale la quota scende al 50%.
Nel sistema tedesco i candidati devono prima fare domanda per un posto di lavoro nelle aziende. Quindi, con l'offerta di lavoro già confermata, possono iscriversi a scuola. In questo modo, si assicurano che non ci siano troppe posizioni vacanti o un numero eccessivo di studenti. I cicli durano tra 2 e 3,5 anni e consentono di apprendere più di 300 professioni. I praticanti trascorrono il 30% del tempo di formazione a scuola e il 70% in azienda.
Ogni apprendista in Germania costa circa 18 mila euro, finanziato per la maggior parte dalle imprese, che riconoscono agli apprendisti anche un compenso di 700 euro mensili. È questo, invece, una delle criticità del sistema spagnolo, dove la retribuzione non è obbligatoria in tutte le comunità. Quindi, a Madrid è considerato un costo, mentre a Berlino un investimento. Le aziende - tedesche - sanno che la produttività degli studenti non sarà altissima fino al terzo anno. Ma nel frattempo sono stati forgiati, hanno accumulato esperienza e sviluppato riconoscenza verso l’azienda. Quel che si direbbe, appunto, un buon investimento.