La quota di popolazione che ha conseguito almeno un diploma di scuola secondaria varia in modo significativo tra i diversi paesi europei, evidenziando anche disparità significative tra cittadini locali e stranieri. Questo fenomeno ha rilevanti implicazioni sociali ed economiche, in quanto il livello di istruzione è correlato all’accesso al mercato del lavoro, alle opportunità economiche e all’integrazione sociale.
Secondo i dati del 2023, la media dell’Ue mostra che il 79,8% della popolazione ha completato la scuola secondaria. Tuttavia, questa cifra è il risultato di un 81,9% tra i cittadini non stranieri e solo un 61,9% tra i cittadini stranieri.
Questo divario si riflette anche in paesi come la Francia e la Germania, dove la percentuale di popolazione istruita è, rispettivamente, pari all’83,7 e all’83,1%. Per i cittadini non stranieri, queste percentuali salgono all’86% in Francia e all’88,4% in Germania, mentre scendono drammaticamente al 60,5 e al 59,4% tra gli stranieri.
In Italia e Spagna la situazione è simile, anche se le percentuali sono complessivamente più basse e le differenze più ridotte. Nel nostro Paese, il 65,5% della popolazione ha almeno un diploma di scuola secondaria, con una differenza di 13,6 punti percentuali tra cittadini non stranieri (66,9%) e stranieri (53,3%). La Spagna presenta dati analoghi, con il 64,2% della popolazione istruita, suddivisa tra il 66,3% dei cittadini non stranieri e il 52,9% dei cittadini stranieri.