La Germania è la prima economia europea. Questa posizione è ora a rischio e non soltanto a causa della riduzione della crescita, determinata a sua volta dalle crescenti tensioni internazionali (guerra commerciale e Brexit) e dal calo dell’economia globale. Ma è ora emerso un altro problema: la Germania ha bisogno di un “esercito” di almeno 260 mila nuovi lavoratori migranti l'anno fino al 2060 per far fronte alle carenze di manodopera indotte dal declino demografico. Il dato è in uno studio dell’autorevole Fondazione Bertelsmann.
Di quel numero, ben 146 mila persone dovrebbero immigrare da paesi non membri dell'Ue, anche perché nell’ottica di una maggiore convergenza tra i paesi europei si dovrebbe ridurre l’incentivo a spostarsi in altri Stati membri.
A causa dell'invecchiamento della popolazione, si stima che la forza lavoro in Germania si ridurrà di un terzo - circa 16 milioni di persone - entro il 2060 in assenza di immigrazione. Il che rischia di tradursi in un impatto devastante sulla quarta economia del mondo. E i numeri al momento disponibili non lasciano tranquillo il governo tedesco: solo 38 mila lavoratori extra Ue sono arrivati e rimasti in Germania nel 2017.