Ci sono Paesi come Libia, Iran e Nigeria che vorrebbero vendere più petrolio sul mercato per sostenere le entrate statali. Ma Russia e Arabia Saudita si sono convinte a prolungare di altri tre mesi i tagli alla produzione di greggio per impedire un nuovo crollo dei prezzi.
I tagli rimangono così a 7,7 milioni di barili al giorno. A fine marzo, una nuova riunione dell’Opec+ (il cartello allargato alla Russia) valuterà il da farsi, nella speranza che i vaccini in arrivo consentano una ripresa dell’economia, in particolare del trasporto aereo.
Russia e Opec temono che un aumento della produzione, nel momento in cui la ripresa economica nel mondo occidentale sia ancora una ipotesi, possa portare a una nuova caduta dei prezzi, vanificando il rimbalzo avvenuto sulla scia degli annunci dei vaccini che hanno portato i prezzi del Brent (l’indice di riferimento sui mercati europei) sui 48 dollari al barile e il Wti statunitense attorno ai 45 dollari.