Nei primi cinque mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, Gazprom ha aumentato del 67,5% le forniture di gas alla Cina.
Visto da qb
Il ceo di Gazprom Alexei Miller dichiara che la Russia garantirà “forniture stabili agli amici” di Mosca. Cosa che in effetti sta già avvenendo, perché - prosegue Miller - “nei primi cinque mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, Gazprom ha aumentato del 67,5% le forniture di gas alla Cina”. Una quantità che, calcolano gli addetti ai lavori, corrisponde proprio a quella “dirottata” dai Paesi dell’Ue.
Fino a qualche settimana fa gli osservatori si chiedevano cosa avrebbe fatto Mosca. Se fosse o meno giunta al punto di tagliare il gas all’Europa (fatto poi avvenuto). Ma in tanti avevano evidenziato che sarebbe stato impossibile per la Russia compensare i flussi europei con quelli a favore della Cina. In realtà gli ultimi dati sembrano contraddire in parte tale previsione, sebbene il prezzo di vendita alla Cina sia inferiore a quello negoziato con l’Europa.
Ad ogni modo, in questi giorni il quadro sembra essere più chiaro: Putin ha dato ordine di cominciare a chiudere i rubinetti, ma di farlo lentamente (per ora). L’obiettivo di Mosca è portare l’Europa sull’orlo di una crisi di nervi, facendola arrivare alle soglie del prossimo inverno con un livello modesto di stoccaggi.
E risuonano nelle orecchie le parole più volte pronunciate da autorevoli esponenti di Ue, Nato e alcuni paesi europei, il cui obiettivo era – a sentir loro - di annientare l’economia russa. Ma ora chi rischia di restare senza ‘ossigeno’, che in questo caso prende la forma dell’oro blu, è invece il Vecchio continente.