Sono immagini drammatiche quelle girate con un drone mercoledì 31 gennaio sopra il bacino di Sau, la riserva idrica a circa 90 chilometri a nord di Barcellona che è ormai ridotta ai minimi termini. Nei giorni scorsi, la diga era al 4,25 per cento della capacità, rispetto al 63,39 per cento della stessa settimana di 10 anni fa.
La Catalogna ha dichiarato lo stato di emergenza in una vasta zona che include Barcellona e la sua area metropolitana, e il sud della provincia di Girona. Si tratta di un’area con 202 comuni e 5,9 milioni di residenti. La decisione è stata annunciata dal governatore catalano Pere Aragonès ed è dovuta al calo complessivo delle riserve del sistema Ter-Llobregat, che si trova al di sotto del 16 per cento della capacità.
Le misure, in vigore da venerdì 2 febbraio, prevedono un consumo massimo di 200 litri per abitante al giorno e interessano famiglie, agricoltura, industria e attività ricreative. “Questa è la peggiore siccità mai registrata”, ha detto Aragonès.
Uno studio del 2022 ha dimostrato che la penisola iberica non è mai stata così arida negli ultimi 1.200 anni. Una situazione limite che sta costringendo i funzionari catalani a prendere in considerazione la possibilità di portare l’acqua a Barcellona via nave.