Un gruppo di esperti finanziato dal governo dell'Arabia Saudita sta cercando di capire quali sarebbero i possibili effetti di una rottura dell’Opec sui mercati petroliferi globali.
Dopo 60 anni di adesione, secondo il Wall Street Journal, il governo saudita si starebbe chiedendo se uscire dall’organizzazione fondata nel 1960 e che conta 15 membri: sei in Medio Oriente, sette in Africa e due in Sud America. L'Arabia Saudita è stata a lungo la forza dominante all'interno del gruppo, rappresentando circa un terzo della produzione totale dei 15 paesi.
Tuttavia, con il petrolio americano in netta crescita nell'ultimo decennio e con l'incremento della pressione politica sull'Arabia Saudita in seguito all'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, il paese medio-orientale sta rivedendo la propria posizione.
Per anni, l'Opec ha regolato la disponibilità sul mercato in funzione del prezzo che voleva ottenere (il prossimo appuntamento è fissato per dicembre a Vienna). Ma gli equilibri potrebbero ora cambiare. Arabia Saudita e Russia, che non è tra i paesi Opec, hanno cominciato a collaborare sempre più fattivamente.
In un futuro non così lontano, uno degli scenari più probabili è lo scioglimento dell'Opec e un’alleanza Riad-Mosca.