Il Def è stato approvato martedì in Cdm e ora pubblicato dal Mef. Un documento che conferma l’impegno alla riduzione del cuneo già quest’anno, scova 4 miliardi di tesoretto per il 2024 ma non fornisce indicazioni sull’attesa riforma delle pensioni. Il documento conferma quanto anticipato dal comunicato di Palazzo Chigi ovvero che arriverà a breve il nuovo provvedimento che destina 3,5 miliardi al taglio del cuneo per i redditi medio-bassi nei mesi di maggio-dicembre.
Per il 2024, le proiezioni di finanza pubblica indicano che, “dato un deficit tendenziale del 3,5 per cento, il mantenimento dell’obiettivo del 3,7 per cento del Pil crei uno spazio di bilancio di circa 0,2 punti di Pil, che verrà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Al finanziamento delle cosiddette politiche invariate a partire dal 2024, nonché alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, concorreranno un rafforzamento della revisione della spesa pubblica e una maggiore collaborazione tra fisco e contribuente”. Grande assente, dunque, il tema delle pensioni.
Il documento si sofferma anche sugli effetti sul debito pubblico dell’aumento o della diminuzione di immigrati nel nostro Paese. Nel Def si stima con un +33% di immigrati un calo del debito al 2070 di “oltre 30 punti rispetto allo scenario di riferimento”, e viceversa. “Data la struttura demografica degli immigrati che entrano in Italia, l’effetto è significativo sulla popolazione residente in età lavorativa e quindi sull’offerta di lavoro”. Le altre variabili sono speranza di vita (che aumenta e non modifica di molto le previsioni) e la fertilità (che scende e fa aumentare il debito).