.jpeg?box=400x800)
I titoli di Stato rappresentano la maggior parte del debito pubblico italiano: circa l’83% del totale è composto da titoli, mentre il resto è costituito da prestiti e altre passività.
Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia gli investitori ‘retail’, cioè famiglie o piccole aziende non finanziarie, – che secondo la classificazione dell’istituto rientrano nella categoria “altri residenti” – hanno oggi il 13,9% di tutti i titoli di stato, una quota in aumento rispetto al 7,9% del 2021.
C’è Stato dunque un rinnovato interesse tra i piccoli risparmiatori, incentivati dall’aumento generale dei tassi di interesse e dalle condizioni premianti previste in questi anni dai titoli loro riservati.
Una quota rilevante è ancora in mano alla Banca d’Italia, che ha aumentato i suoi acquisti nell’ambito dei programmi della Bce, raggiungendo il 25,8% nel 2022, per poi ridursi al 22,5% nell’ottobre 2024, in linea con la progressiva riduzione del bilancio della banca centrale.
Le banche e le altre istituzioni finanziarie residenti hanno invece diminuito la loro esposizione, passando dal 30,5% del 2013 al 19,9% nel 2024.
Infine, un’importante parte del debito italiano è detenuta da investitori esteri, con una quota sempre nell’intorno del 30%.