La legge di bilancio, la riduzione del rapporto debito-Pil nel 2023 e la sua sostanziale stabilizzazione nel 2024, accompagnata da attese per un potenziale piccolo avanzo nel 2024, hanno contribuito a generare un dibattito sul “cambio di passo” nella politica fiscale italiana.
Per analizzare la dinamica del rapporto debito-Pil è possibile riportare la sua variazione annuale come la somma di tre fattori: “l’effetto snowball”, il disavanzo primario e l’aggiustamento stock-flussi.
L’effetto snowball è ottenuto moltiplicando il rapporto tra il debito dell’anno precedente e il Pil corrente per la differenza tra il costo medio di finanziamento del debito e il tasso di crescita del Pil.
Il disavanzo primario è la differenza tra le spesa pubblica, esclusa quella per interessi, e le entrate fiscali.
L’aggiustamento stock-flussi tiene conto di tutte le variazioni del debito che non sono direttamente attribuibili al deficit di bilancio.
La riduzione del rapporto debito-Pil di 3,2 punti percentuali nel 2023 è scomponibile nella somma di un effetto snowball di riduzione di -4,5 punti percentuali e di un aggiustamento stock-flussi pari a -2,1 punti e di un disavanzo primario pari a 3,4 punti di Pil.
L’effetto snowball è stato sostanzialmente determinato dall’inflazione, mentre l’aggiustamento stock-flussi è stato essenzialmente causato dall’effetto dei bonus edilizi. Più in generale, la riduzione del rapporto debito-Pil nel 2023 è attribuibile a una combinazione di fattori macroeconomici internazionali, come l’episodio inflazionistico post-Covid, e di fattori contabili locali.
Tuttavia, questi effetti sono destinati a invertirsi nel periodo 2024-2027. Un ruolo significativo è giocato dagli aggiustamenti stock-flussi legati al bonus edilizio, che lasceranno una pesante eredità sui conti pubblici.
La riduzione del rapporto debito-Pil nel 2023 non è frutto di un cambiamento di regime nella gestione della finanza pubblica, ma di fattori congiunturali che difficilmente si ripeteranno nel medio termine.