A gennaio il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 33,9 miliardi rispetto alla fine del 2020, risultando pari a 2.603,1 mld e segnando un nuovo record. Lo rende noto Bankitalia.
L’incremento è dovuto all’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (salite a 75,1) e al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (+2,1 mld). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha ridotto il debito per 0,9 mld.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 33,6 mld e quello delle Amministrazioni locali di 0,3 mld; il debito degli Enti di previdenza è rimasto stabile. A gennaio la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è risultata pari al 21,8% (21,6% a dicembre). La vita media residua del debito è leggermente diminuita rispetto a dicembre, a 7,3 anni.
Sempre a gennaio, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 36,7 mld, in aumento del 2% rispetto al corrispondente mese del 2020. Al netto di fattori straordinari, le entrate tributarie sarebbero state inferiori a quelle dello scorso anno.