Lo Sri Lanka ha ripagato un miliardo di dollari di obbligazioni il 27 luglio scorso, ma lo stato delle finanze del Paese resta critico a tal punto che aumentano le probabilità di un suo primo default sovrano.
I segnali in tal senso non mancano. Le obbligazioni sono a quasi la metà del loro valore nominale, i livelli di debito in rapporto al Pil risultano superiori al 100%, oltre l’80% delle entrate del governo vengono spese per il pagamento degli interessi e le riserve sono a malapena sufficienti per coprire pochi mesi di spesa.
Le possibilità che l’isola possa far fronte a tali problemi da sola sembrerebbero scarse, soprattutto alla luce del fatto che la pandemia ha indebolito l’industria del turismo e ha limitato le rimesse degli espatriati.
Il pagamento effettuato il 27 luglio, tuttavia, segnala che il governo di Colombo ha intenzione di onorare il proprio debito ed evitare le conseguenze negative di un primo default sovrano. Il prossimo pagamento di ampia portata è previsto per il mese di gennaio 2022 per una cifra di 500 milioni di dollari. A tale somma seguirà un altro pagamento da un miliardo a luglio 2022 e da un’altra operazione della stessa entità da eseguire prima della fine del 2023.
Secondo molti investitori, l’unica soluzione possibile è un (doloroso) intervento del Fondo monetario internazionale, tuttavia ciò potrebbe richiedere significativi tagli alla spesa e il governo sarebbe riluttante a percorrere tale strada.
Cina e India, che si contendono l’influenza sull’isola, restano intanto alla finestra. Lo Sri Lanka è un avamposto strategico nella regione dell’Indo-Pacifico e a Colombo, al momento, è presente un governo vicino alla Cina che è, altresì, uno dei maggiori investitori esteri nel Paese. Grazie alla sua posizione geografica strategica e alla presenza di uno tra i porti più profondi del mondo, lo Sri Lanka è stato parte integrante del piano delle Nuove Vie della Seta della Cina e Colombo spera che questo convincerà Pechino a fornire maggiore sostegno al Paese.
Ma i numeri non sembrano comunque remare a favore del paese da oltre 21 milioni di abitanti. Dal 2010, solo 3 tra i 13 Paesi in cui gli spread delle obbligazioni hanno raggiunto livelli di difficoltà per diversi mesi sono riusciti a evitare un default. E anche se lo Sri Lanka cambiasse approccio e optasse per un aiuto dell’Fmi, il pessimo stato delle sue finanze implicherebbe comunque una pesante ristrutturazione.