Per tener conto degli effetti del secondo confinamento iniziato ai primi di novembre, il governo francese si appresta ad aggiornare, nella legge finanziaria 2021 (attualmente in discussione in Parlamento), il livello di debito e deficit.
Il rapporto debito/Pil, pari al 98,1% a marzo e al 114,1% a giugno, dovrebbe superare il 120% per il solo 2020, polverizzando il limite simbolico del 100% indicato dal ministro dell’Economia Bruno Le Maire nei mesi scorsi.
Eppure, contrarre debito non costa più nulla. Anzi, grazie ai tassi di interesse negativi l’illusione è di guadagnarci qualcosa. Nonostante il peso crescente del deficit (che quest’anno in rapporto al Pil supererà l’11% e non scenderà al di sotto del 3% per molto tempo), il costo del debito è infatti sceso ogni anno negli ultimi dieci.
Ma è appunto un’illusione. In verità la Francia, che vanta la seconda economia dell’Ue, è sempre più preoccupata di allontanarsi troppo, dal punto di vista macroeconomico, dalla Germania e di avvicinarsi all’Europa del sud.