Prima commesso in una farmacia, poi portantino – e sindacalista della Uil – nel più grande ospedale pubblico di Roma, il San Camillo, quindi l’apertura con altri soci di una casa di cura a Velletri. Ma il grande salto di Antonio Angelucci è agli inizi del 2000, quando acquista da Don Luigi Verzè la filiale capitolina dell’ospedale San Raffaele per 270 miliardi di lire. Pochi mesi dopo riesce a rivenderla al ministero della Salute per 320 miliardi.
La holding di Angelucci, Three, domiciliata in Lussemburgo, ha oggi un patrimonio di 343 milioni. Produce 200 milioni di ricavi tra sanità, immobili, facility management ed editoria. Dentro Three ci sono la finanziaria Tosinvest e il Gruppo San Raffaele, quello delle cliniche private.
L’ex portantino è oggi il re delle cliniche private del Lazio e l’editore più potente della stampa di centro-destra. Ma la sua corsa sembra destinata a continuare. Dopo aver messo le mani su Libero, Il Tempo, e Il Giornale, dopo aver tentato invano la scalata alla Verità e mentre continua a premere per l’acquisto di Radio Capital dal gruppo Gedi, il potente imprenditore – che è anche deputato leghista sebbene sia stato eletto nelle liste di Forza Italia – sarebbe in trattativa per acquistare anche l’Agi, l’agenzia di stampa dell’Eni.
Secondo alcuni, Angelucci ha anche avviato un discorso con la famiglia Elkann per comprare Repubblica. Il giornale fondato da Scalfari sarebbe il colpo grosso che gli permetterebbe di controllare un network enorme e trasversale, da destra a sinistra (d’altra parte il primo giornale posseduto da Angelucci, insieme a Libero, fu il Riformista di Claudio Velardi, una testata vicina ai Ds di Massimo D'Alema).