“A oggi un vaccino per il Covid innanzitutto non c’è. Secondo, non abbiamo certezza che quelli che sono in via di sviluppo siano efficaci. Terzo, non sappiamo neanche se l’efficacia possa essere raggiunta con una dose o se ce ne vorranno di più. Oltretutto, vi sono colli di bottiglia legati al fatto che le aziende che producono i vaccini hanno passaggi obbligati di produzione. Un pasticcere che sforna 100 torte al giorno può arrivare a farne 500, ma non 5 milioni”. Così la virologa Ilaria Capua.
“Quando i vaccini saranno pronti e autorizzati - spiega - dovranno essere somministrati in maniera organizzata. Ma è necessario che le persone capiscano che al primo giro non ce ne sarà abbastanza per tutti”.
Nel frattempo, sostiene la scienziata che lavora in Florida, bisogna “in primo luogo arrivare all’immunità di gregge facendo girare il virus lentamente, perché se gira troppo velocemente avremo le pecore morte. Bisogna stare lontani e distanziarsi in modo che l’indice di contagio sia basso, mantenere sotto soglia la circolazione virale e immunizzarsi piano piano. Poi il vaccino darà il suo contributo. Nel momento in cui si crea questo equilibro tra virus circolante e anticorpi il Covid appena entra in contatto con una persona viene bloccato. Fra qualche anno diventerà mi auguro il nuovo virus del raffreddore”.
Trump è immune? “Lui va in giro adesso perché è protetto. I monoclonali che gli hanno somministrato sono un farmaco protettivo oltre che terapeutico. Gli hanno fatto una cura potentissima, con i monoclonali, in più l’antivirale, il cortisone, e una terapia di sostegno”.
Uno di quei farmaci (il Regeneron) – aggiunge - “è come un guanto da baseball o come un missile terra aria, gliene hanno fatti 8 grammi, una grossa dose. Secondo me è protetto da qua a gennaio”.