Lo Sputnik V entra a gamba tesa nel dibattito italiano (ed europeo) sui vaccini. L’azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma&Biotech ha firmato un accordo con il Russian Direct Investment Fund, che tratta la distribuzione dello Sputnik all’estero, per produrre il vaccino russo in Italia, presso gli stabilimenti di Caponago, a Monza. E si tratta di una prima assoluta in Europa, tanto che a Bruxelles hanno mal digerito la svolta.
Ad annunciare l’intesa, con una nota, è stata la Camera di Commercio Italo-Russa, che dice di aver “promosso incontri tra imprese italiane ed europee” con le controparti russe per arrivare all’agognato risultato. In ogni caso non si tratterebbe di una fuga in avanti dell’Italia rispetto al processo di approvazione dello Sputnik V in corso all’Ema (l’Agenzia europea del farmaco), poiché una cosa è produrre, un’altra è distribuire.
Le fiale messe a punto a Monza inoltre potrebbero essere esportate verso uno dei 46 Paesi del mondo che, ad oggi, hanno già approvato lo Sputnik qualora l’Ema non dovesse dare l’ok. E il mercato principale al quale sembra guardare la Russia è il continente africano.